Questa mattina mi sono svegliata con il flash del bookcrossing. Sai di cosa si tratta? Consiste nello scambio di libri… ma in modo inusuale ed anonimo.
Dopo aver letto un libro, lo lasci in un luogo pubblico, con una dedica all’interno. A discrezione di chi passa e viene attirato dal libro, lo prende con sè. Dopo averlo letto lo lascia a sua volta in un altro luogo pubblico in modo che qualcun altro lo possa leggere e passare a sua volta. Sai quanto mi piace condividere. E questa mattina ho provato per la prima volta anche questa forma di condivisione… ti lascio un indizio: ho lasciato un libro di Theta Healing, con una dedica all’interno. Chissà chi l’avrà preso… e chissà perché proprio e solo questa mattina mi sono svegliata con questo desiderio in testa;-)
Wikipedia, la libera enciclopedia in internet, definisce il BookCrossing in questo modo: “anche noto come BC, giralibri, liberalibri, Libri liberi, Libri in libertà, consiste nella pratica di una serie di iniziative collaborative volontarie, e completamente gratuite, di cui alcune anche organizzate a livello mondiale, che legano la passione per la lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle risorse e dei saperi. L'idea di base è di rilasciare libri nell'ambiente naturale compreso quello urbano, o "into the wild", ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone.
L'uso di questo termine è divenuto così diffuso da meritare, dal 2004, una voce nel Concise Oxford English Dictionary:
Bookcrossing: the practice of leaving a book in a public place to be picked up and read by others, who then do likewise
L'iniziativa prende il nome dalla giustapposizione dei termini Book e Crossing, che letteralmente vogliono dire "incrociare un libro", ma che in senso più lato sta ad indicare l'intersezione tra le vite di chi legge i libri, che appunto si toccano, seppur solo virtualmente, tramite un volume. In seguito, il neologismo divenne una parola vera e propria del vocabolario inglese.
Rilasciare un libro è come l'inizio di un'avventura per i proprietari dei libri, per i libri e per i loro nuovi lettori. L'iniziativa di abbandonare scritti per condividerne il contenuto è piuttosto antica, e forse possiamo individuare nel filosofo greco Teofrasto la prima iniziativa di liberare in mare alcuni testi chiusi in bottiglia, così come possiamo ravvisare nel Progetto Gutemberg una moderna visione digitale di condivisione. Molte altre sono state in passato le iniziative di abbandonare gratuitamente libri, ad esempio perché potesse fruirne chi per problemi economici o fisici avrebbe potuto trarne giovamento, e qui possiamo citare "Nati per Leggere" dove a Boston nei primi anni '90, nell'ospedale locale alcuni pediatri ebbero l'idea di mettere dei libri nella sala d'aspetto. Col tempo i libri sparirono, e resisi conto dell'utilità di quel furto, l'iniziativa venne istituzionalizzata. I due progetti americani relativi a libri per bambini più importanti si chiamano proprio Born to read e Reach out and read”.