Il viaggio di un medium che ha accettato
e riconosciuto i propri doni spirituali
Leggendo laffascinante storia di John Holland puoi portare alla luce le tue doti psichiche imparando a svilupparle e a riconoscere i segnali dellAldilà. John, infatti, accettando e riconoscendo le proprie capacità medianiche, ha scoperto di essere un messaggero spirituale tra i vivi e chi non è più su questo Pianeta.
Nel libro, John presenta casi reali su cui ha lavorato, raccontando le letture con i suoi clienti, leffetto che queste hanno sulle loro vite e il senso di liberazione che le persone avvertono sapendo che i loro cari, pur essendo trapassati, sono ancora al loro fianco.
Il libro aiuterà anche te a scoprire e a sviluppare le tue capacità psichiche e intuitive, a riconoscere i segnali dellAldilà e a entrare autonomamente in contatto con il mondo dello spirito grazie a esercizi di meditazione e potenziamento psichico.
Indice
Prefazione: Palloncini in cielo
Ringraziamenti
Introduzione: La mia vita di medium
PARTE I: LA MIA INFANZIA
- Capitolo 1: La luce
- Capitolo 2: Una mano invisibile
- Capitolo 3: California
- Capitolo 4: Linterruttore si accende
- Capitolo 5: Laccelerazione
- Capitolo 6: Imparare a fidarsi
- Capitolo 7: Il cerchio
- Capitolo 8: Il campo di addestramento dello spirito
- Capitolo 9: Boston chiama
PARTE II: CONNESSIONI SPIRITUALI
- Capitolo 10: Sento una voce
- Capitolo 11: I nostri figli
- Capitolo 12: I nostri genitori
- Capitolo 13: Uniti per sempre
- Capitolo 14: Tragiche perdite
- Capitolo 15: Un sorriso tra le lacrime
- Capitolo 16: Un aiuto dallAldilà
PARTE III: LA TUA CONSAPEVOLEZZA
- Introduzione: I fondamenti delle capacità psichiche
- Capitolo 17: La mente di un medium
- Capitolo 18: Domande ricorrenti
- Capitolo 19: Lezioni perpetue
- Capitolo 20: Affina la tua consapevolezza
Epilogo: Il cielo stellato
Lautore
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PREFAZIONE
Palloncini in cielo
Gli angeli non cantano e basta, ma danzano anche.
Nella mia testa riuscivo a sentire dei passi di danza su un pavimento di legno levigato. Ma ero confuso: non era il ritmo familiare di un valzer. Era qualcosa del tipo clacheti-clac, clacheti-clac, clacheti-clac. Qualcuno in cielo ballava il tip tap.
Per caso Jennifer aveva delle scarpe da tip tap? chiesi a sua madre, Melinda, e i suoi occhi si riempirono subito di lacrime. A quanto pareva, ero riuscito ancora una volta a fare da tramite per qualcuno che viveva nellAldilà.
In quel caso, la persona che mi stava inviando un messaggio era la figlia di Melinda, Jennifer, una bambina di cinque anni che era passata nellAldilà dopo unoperazione al rene finita in tragedia. Jennifer era morta il giorno in cui si celebra la festa del papà, proprio nellora in cui i medici avevano pregato i suoi familiari di andare a casa, rilassarsi e mangiare qualcosa perché non sarebbe successo niente di male. Invece qualcosa accadde, e fu una cosa tremenda: la prima a saperlo fu la sorella di Jennifer, Lisa, che aveva solo sette anni e stava correndo sullerba incolta del giardino di casa nellesatto momento in cui Jennifer spirò. I genitori videro Lisa piangere puntando un dito verso lalto. Guardate! Mia sorella! Mia sorella! e indicò una piccola farfalla bianca che era scesa verso Lisa e svolazzava lenta intorno alla sua testa.
Trascorsi tre anni, Melinda voleva sapere se la sua bambina stava bene in cielo. Così decise di chiamare un medium. Volevo disperatamente darle delle risposte, ma allinizio provai una grande frustrazione perché non riuscivo a vedere Jennifer né a sentirla. Continuavo a udire solo quel rumore, clacheti-clac, clacheti-clac, clacheti-clac.
Compresi che non potevo più ignorare quel suono e fu allora che chiesi a Melinda se Jennifer avesse mai preso lezioni di tip tap.
Melinda scoppiò a piangere. No, ma capisco il motivo di quel suono sussurrò. Il Natale prima che morisse, Jennifer aveva ricevuto un paio di zoccoli che avevano la suola in metallo e quando camminava ticchettavano.
Sembrava che gli zoccoli fossero troppo grandi per i piedini di Jennifer, ma lei insisteva per indossarli comunque, anche se rischiava di perderli a ogni passo, con un rumore secco. In effetti le piacevano così tanto che non vedeva lora di andare a trovare sua zia (che lavorava in un ospedale con la pavimentazione in legno) in modo da poter saltellare nei corridoi ottenendo il massimo effetto. Adorava il suono del clacheti-clac che riecheggiava nei corridoi. Rideva e chiedeva a Melinda: Mamma, lo senti il rumore che sto facendo?.
Melinda mi disse che Jennifer era stata sepolta con quegli zoccoli
e io la sentivo ballare in cielo.
Prima di svanire, Jennifer voleva trasmettessi un messaggio a sua madre: Ti prego, dì alla mamma che non sento più male e che mi piacciono tanto i palloncini.
Lo dissi a Melinda, che rimase senza parole. Quando si riprese, mi spiegò: Per lanniversario della morte di Jennifer e nel giorno del suo compleanno, mettiamo dei messaggi per lei in tanti palloncini e li mandiamo in cielo. Su ogni palloncino mettiamo il suo nome e la sua fotografia.
Fece una pausa e poi chiese: Ma tu come fai a sapere tutto questo, John?.
Io ho sempre saputo di essere venuto al mondo con un dono speciale. È come se avessi una conoscenza innata.