Scopri di quali azioni è capace la tua mente e mettili al servizio di chi ne ha bisogno. Potrai migliorare la vita di qualcuno e, di riflesso, la tua!
Quante volte hai desiderato di risolvere delicate situazioni economiche con la forza della mente? Quante altre ti sei ritrovato a pregare per la guarigione di una persona cara?
Sin dai tempi più remoti, in ogni civiltà, l’uomo ha creduto fortemente nell’esistenza di un filo invisibile che ci lega gli uni agli altri: un’energia misteriosa che in qualche modo mantiene tutti noi in una perenne connessione, per cui il bene di uno si ripercuote su tutti gli altri… indipendentemente dalla distanza che intercorre tra loro, indipendentemente dal fatto che si tratti di conoscenti o meno. Se un uomo da qualche parte del mondo sta male, un altro uomo dal capo opposto dell’emisfero può contribuire alla sua guarigione mediante l’invio di intenzioni positive.
In Il Potere dell’8, Lynne McTaggart racconta le straordinarie scoperte fatte con il suo gruppo di interazione e ti spiega come attingere alla straordinaria capacità insita in ognuno di noi di connettersi con il resto del mondo. Partendo dai suoi studi sulla coscienza umana, Lynne si dedica per oltre dieci anni esperimenti con piccoli e grandi gruppi di volontari per verificare il potere che l’intenzione può avere su problemi di diversa natura.
Il punto di partenza è in una semplice deduzione logica: se gli studi documentano i benefici apportati dal pensiero positivo su una singola persona, si potrebbero raggiungere risultati ancora più grandi convogliando i pensieri di gruppo verso un unico obiettivo. Secondo questa teoria l’energia prodotta dalle intenzioni del gruppo creano una dinamica collettiva talmente potente da guarire condizioni e problematiche più complesse, fino a determinare persino la guarigione. Ma c’è di più. Ogni azione positiva generata determina un effetto boomerang, dunque l’intenzione del gruppo non solo influisce positivamente sul destinatario ma ritorna indietro rafforzando anche il mittente.
Quello che inviamo nell’universo ci ritorna indietro amplificato
Scopri come attingere alla tua straordinaria capacità di essere umano per connetterti e guarire, usando sorprendenti nuove scoperte sul potere miracoloso dell’intenzione di gruppo e il suo effetto boomerang. Nel Potere dell’8, Lynne rivela le sue notevoli scoperte frutto di 10 anni di lavoro ed esperimenti con piccoli e grandi gruppi per verificare il potere dell’intenzione di gruppo per guarire la nostra vita e cambiare il mondo in meglio.
Se è vero che il potere dell’intenzione e gli effetti benefici del pensiero positivo a livello individuale sono ormai ampiamente documentati e studiati, è vero anche che si sa ancora poco del potere delle energie di gruppo convogliate verso un obiettivo.
Quando gli individui di un gruppo focalizzano la loro intenzione su un unico obiettivo, emerge una dinamica collettiva potente che può guarire condizioni e problematiche di lunga data, andando a risanare anche relazioni interrotte e riaccendendo lo scopo di vita.
La più grande verità mai detta prima e svelata in questo libro è che l’intenzione di gruppo ha un effetto specchio che non solo influisce positivamente sul ricevente ma ritorna indietro rafforzando chi lo hai inviato
INDICE
Introduzione
PARTE I
Spiegare un miracolo
Capitolo 1: Lo spazio delle possibilità
Capitolo 2: I primi esperimenti globali
Capitolo 3: L’entanglement virtuale
Capitolo 4: Superare le barriere con la mente
Capitolo 5: Il Potere del 12
Capitolo 6: L’Esperimento sulla Pace
Capitolo 7: Pensare alla pace
Capitolo 8: L’istante sacro
Capitolo 9: Cervelli mistici
Capitolo 10: Abbracciare gli sconosciuti
Capitolo 11: La revisione di gruppo
Capitolo 12: L’acqua sacra
Capitolo 13: I secchi bucati
Capitolo 14: Le Torri gemelle della pace
Capitolo 15: Guarire le ferite
Capitolo 16: L’effetto specchio
Capitolo 17: Procedere in cerchio
Capitolo 18: Donare è ricevere
Capitolo 19: Ricevere è donare
Capitolo 20: Un anno di intenzioni
Capitolo 21: Studio sul Potere dell’8
PARTE II
Crea il tuo cerchio del Potere dell’8
Capitolo 22: Riunire gli 8
Ringraziamenti
Note
Bibliografia
Biografia
ESTRATTI DAL LIBRO
Racconti di esperienze mistiche durante le cerimonie carismatiche
La maggior parte delle esperienze mistiche comprende una forte componente fisica, un “senso di luce interiore”, come lo definisce Bucke. E nel caso dei partecipanti all’Esperimento sulla Pace si era trattato di una sensazione di energia palpabile. Prima che l’esperimento cominciasse, anch’io percepii un’energia forte e quasi insopportabile che emanava dal computer, come un potente campo di forza, ma finché non lessi i sondaggi la consideravo solo una mia fantasia. Parecchi raccontarono di sensazioni fisiche molto forti: formicolii alle mani, mal di testa, pesantezza o dolore agli arti, emozioni amplificate, un’energia potente e quasi contagiosa che sembrava emanare dal computer. Lori di Washougal percepì un senso di apertura fisica nel petto. Teresa, di Albuquerque, disse che aveva avuto la sensazione di essere parte di un improvviso aumento di energia, “un po’ come immagino sarebbe trovarsi in un raggio traente di Star Trek. Venivo trascinata da questa gigantesca onda di energia e, allo stesso tempo, facevo anche parte della sorgente di quest’onda.”
I partecipanti descrissero inoltre strane visualizzazioni dettagliatissime, simili ad allucinazioni, e anche altre sensazioni, come odori:
“Un biancore luminoso che mi scioccò, portandomi alla consapevolezza.” (Susan, Wolfe Island, Ontario, Canada)
“Una visione della rete di luce che circondava la Terra, con un raggio che ne usciva, diretto allo Sri Lanka.” (Elizabeth, Port Townsend, Washington)
“Soldati di entrambi gli schieramenti deponevano le armi in un mucchio, poi li vedevo coltivare i campi in pace.” (Marianne, Bournemouth, Gran Bretagna)
“Un grande gruppo di rifugiati era in meditazione e parlava con i soldati.” (Coril, Pomona, California)
“Una chiara immagine di frecce che andavano avanti e indietro nel buio, poi un’enorme cascata di luce indirizzata allo Sri Lanka.” (Kathleen, Sonoita, Arizona)
“Un leggero profumo di acai, caprifoglio o vaniglia. Non ci sono piante aromatiche né nel mio giardino né in quelli dei vicini.” (Lisa, Las Vegas)
La maggior parte dei partecipanti aveva pianto per l’intera durata degli esperimenti e non, come credevo all’inizio, per empatia con gli abitanti dello Sri Lanka, ma per la potenza della connessione e l’energia che sentivo. “Il primo giorno cominciai a singhiozzare” scrisse Diana da New Orleans, “non di tristezza ma perché la sensazione di essere collegata a tante persone travolgeva cuore e mente. Era POTENTE.”.
L’azione del gruppo nei rituali di guarigione
Jeff Levin non aveva mai sentito nulla di simile agli effetti di rimbalzo sperimentati dai nostri partecipanti, così come gli altri esperti che consultai, compreso Larry Dossey, medico e autore di svariati studi su preghiere e guarigione. La maggior parte delle loro ricerche esamina il potere scatenante del rituale. Molte tradizioni esoteriche parlano della capacità dell’esperienza mistica stessa – indotta tramite una qualche pratica estrema – di eliminare i disturbi psicologici. Nella cultura induista, il punto di yoga (unione) è il Samadhi, la congiunzione mistica con tutto ciò che è. Alcuni studi di Levin spiegavano il potere di guarigione di diversi rituali yogici di “cancellare” lo stress psicologico e di favorire il ripristino dei ritmi di salute naturali della persona.
Per lo più, Levin ripeteva quello che già sapevo sui circoli di preghiera: erano utilizzati dai nativi americani e da altri gruppi indigeni e oggi dalle congregazioni pentecostali e carismatiche, oltre che da molte Chiese protestanti. Il parallelo più vicino ai miei circoli di intenzione che Levin poteva offrirmi era una ricerca che dimostrava che certi rituali di guarigione innescavano nei partecipanti cambiamenti relativi a emozioni, consapevolezza, abilità e considerazione di sé; inoltre miglioravano certi meccanismi neurobiologici, come i trasmettitori e i marcatori immunologici, contribuendo così a creare relazioni più sane. Ogni pratica di guarigione che gli veniva in mente si avvaleva, però, di rituali estremi per produrre i propri effetti. Come spiega Barbara Ehrenreich, nota sociologa e attivista, le pratiche estatiche sono fondamentali in quasi tutte le culture fin dalla preistoria, ma implicano sempre un rituale complesso ed elaborato.
Persino i rituali di gruppi secolari moderni, come quelli impiegati in un ritiro wiccan per persone lesbiche e bisessuali vittime di abuso, si avvalevano di pratiche e oggetti cerimoniali: amuleti, canti e immersione in acqua. Deborah Glik, docente del Community Health Science della South Carolina University, che a Baltimora studiava gli effetti dei gruppi di guarigione della New Age e di religioni più tradizionali, scoprì che rituali simili spesso scatenavano stati alterati di coscienza che avevano effetti di guarigione di per se stessi.
Donare è ricevere
Mettere a disposizione il tuo tempo per un bene più grande produce ben più di un piacevole senso di gratificazione, rafforza tanto la mente quanto il corpo. Anche il semplice concentrarsi su chiunque al di là di se stessi porta benefici per la salute. Com’era successo a George, se si soffre di una malattia di qualche tipo, si hanno maggiori possibilità di guarire rivolgendo la propria attenzione a qualcun altro. Questa fu la conclusione di uno studio di cinque anni condotto dai ricercatori della Buffalo University su più di ottocento persone che soffrivano di forte stress; nella ricerca gli scienziati misero a confronto lo stato di salute dei partecipanti con l’impegno che avevano profuso nell’aiutare persone esterne alla famiglia, compresi parenti, amici e vicini di casa.
Il piccolo sostegno dato agli altri agiva da giubbotto antiproiettile. Di fronte a situazioni di stress, come una malattia, difficoltà finanziarie, disoccupazione o un lutto in famiglia, chi negli anni precedenti aveva aiutato gli altri aveva molte meno probabilità di morire di chi non l’aveva fatto. La differenza tra i due gruppi di individui era decisamente marcata. Il rischio di morte in chi non aveva dato alcun contributo agli altri era di un bel 30 per cento più elevato a ogni nuova situazione stressante.
Come scoperto da Padre O’Laoire, rivolgere la propria attenzione a qualcun altro giova soprattutto alla salute mentale, così come è vero il contrario: chi è molto concentrato su di sé ha più probabilità di soffrire di depressione, ansia e cattivo umore. Infatti, è fuor di dubbio che, se si deve scegliere tra dare e ricevere, dare faccia meglio alla salute: secondo uno studio condotto su cittadini statunitensi anziani, quelli più propensi a gesti altruistici erano più sani di quelli invece concentrati sul ricevere. E tra tutti i comportamenti religiosi reiterati, legati al miglioramento della salute mentale, in un gruppo di pazienti psichiatrici offrire conforto religioso agli altri si rivelò una delle strategie migliori.
Homothumadon: un’affermazione capace di sanare il mondo
Con questo progetto sono stata testimone di molti miracoli: prove che il mondo e le nostre capacità innate sono molto più ampie di quelle immaginate da Newton o riconosciute dagli scienziati moderni. Ho visto in prima persona che la coscienza è un’attività collettiva, con la capacità di superare il tempo e lo spazio e che le menti, quando sono focalizzate su un singolo punto, si collegano da qualsiasi distanza. La connessione della mente non ha niente a che vedere con la vicinanza, è invece legata alla capacità collettiva di creare. Basta pronunciare un’affermazione homothumadon, con una sola voce appassionata ed estatica.
Ho osservato lo straordinario potere di un piccolo gruppo di creare speranza e portare guarigione nelle vite di ogni singolo membro. Ho capito che lo stato che più di tutti ci consente di trasformarci è l’altruismo. Allontanarci dai nostri bisogni ci garantisce la guarigione più potente. Oggi credo che l’intenzione di gruppo potrebbe davvero sanare il mondo, ma non nel modo che immaginavo all’inizio. L’obiettivo non ha una vera importanza. La cosa che funzionò per Mitchell Dean e molti altri fu abbandonare l’attaccamento all’esito. La guarigione sta tutta nella partecipazione, nel desiderio di pregare con una voce sola.
L’intenzione è una versione allargata della preghiera, diversa nella sua specificità e nella sua fede nella capacità dell’individuo di manifestare. Invece che lasciar fare tutto a Dio (“Sia fatta la Tua volontà”), riconosciamo il nostro potere di creatori e cerchiamo di assumerci la responsabilità del nostro destino. Siamo stati educati a credere che la preghiera sia un momento profondamente individuale, una conversazione privata con il Creatore. Oggi per me è chiaro che, quando preghiamo in comunità, amplifichiamo la nostra richiesta privata sotto ogni aspetto. Quando una persona chiede una guarigione, il nostro stesso bisogno di guarigione risuona profondamente in noi. Dichiariamo pubblicamente gli uni agli altri che domani ci impegneremo di più. Ogni volta che prendiamo parte a una guarigione, guariamo anche una piccola parte di noi stessi.
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